Un governo di transizione in Siria: ecco il piano per portare la pace nel paese


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(Francesco Gori) – Russia ed Egitto stanno preparando una conferenza tra il governo siriano e l’opposizione nella speranza di portarli insieme in un governo di transizione che “combatte il terrorismo”. La notizia è stata rivelata dal sito in lingua inglese del quotidiano al-akhbar. Si tratta di una nuova iniziativa diplomatica che si aggiunge al piano dell’inviato delle Nazioni Unite, illustrato a Damasco, per bloccare il conflitto nella città ad Aleppo, al fine di evitare che la città cada nelle mani dello Stato Islamico in Iraq e Siria (ISIS). Il presidente Bashar al-Assad ha dato massima disponibilità per contribuire alla sconfitta del terrorismo nella seconda città della Siria come nel resto del Paese.

Secondo le notizie provenienti da Mosca, il piano per la formazione di un governo di transizione – redatto in coordinamento tra il ministero russo degli Esteri, le autorità egiziane e l’inviato delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura – sarà presentato nella capitale russa in una conferenza dove saranno presenti il governo di Damasco e l’opposizione.

La delegazione del governo siriano dovrebbe essere guidata dal Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Walid al-Muallem. La seconda delegazione comprenderà esponenti dell’opposizione come l’ex capo della Coalizione Nazionale Siriana, Ahmed Moaz al-Khatib, il leader del Partito Popolare, l’ex vice primo ministro Qadri Jamil, un certo numero di figure che hanno lasciato la coalizione, il Comitato Nazionale di Coordinamento e il PYD (Partito di Unione Democratica) di Saleh Muslim, movimento politico curdo siriano le cui fazioni sono in lotta con i miliziani dello Stato Islamico del nord e nell’est del Paese.

Secondo fonti russe e delle Nazioni Unite, l’ordine del giorno della conferenza, che si svolgerà in due parti, comprende l’instaurazione di un governo di transizione siriano con ampi poteri. Il presidente siriano Bashar al-Assad manterrebbe l’autorità sulle istituzioni militari e di sicurezza. Il governo dovrebbe comprendere rappresentanti dell’attuale governo e figure dell’opposizione, come Khatib e Jamil. La guida dell’esecutivo sarebbe affidata a una figura “conciliante”.

Il governo, così composto, dovrebbe poi dar vita a un organo costituente, composto da membri sia eletti che nominati, che modificherà radicalmente la costituzione siriana. Nel percorso ipotizzato da Mosca, dopo due anni si dovrebbero tenere nuove elezioni parlamentari, seguite da nuove presidenziali.

Mosca e Il Cairo in questi mesi hanno contattato un certo numero di personalità politiche dell’opposizione e hanno ricevuto delegazioni provenienti da dentro e fuori la Siria, tra le quali le tribù che rappresentano i principali clan nel nord e nell’est del Paese. Russia ed Egitto vogliono che il dialogo sia sostenuto dal maggior numero possibile di siriani.

Fonti delle Nazioni Unite ritengono che Assad sia propenso ad accettare l’iniziativa, anche se rimane la necessità di convincere l’Iran, fedele alleato di Damasco. Le fonti siriane, dal loro canto, sono più prudenti e confermano che il dialogo con Mosca è ancora in corso e non ha raggiunto una conclusione definitiva.

 

 

 

 

 

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