Un senatore americano (legalmente) in Siria


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Parte seconda

Nel suo viaggio in Siria nell’aprile del 2016 il senatore della Virginia Richard Black ha incontrato personalità politiche, militari e gente comune. Con tutti loro, il senatore Black si è intrattenuto, a volte anche a lungo.

Perché ritornare ancora su questo argomento?

Richard Black non è l’unico politico occidentale ad essere entrato in Siria ma, a differenza degli altri, lui ci è entrato legalmente. Cioè ha chiesto il permesso al governo siriano e, una volta ottenutolo, è entrato in Siria. Questa è la differenza che conta. Altri, come certi esponenti neocon, sono entrati di nascosto e si sono incontrati con i cosiddetti “ribelli”, in spregio al governo siriano e trattando quest’ultimo come se fosse inesistente. In spregio soprattutto ad un principio di umanità per cui non ci si dovrebbe intrattenere amichevolmente con i tagliagole assassini che non esitano ad usare gas nervino contro la popolazione civile che pretendono di voler liberare,  allo scopo di pilotare attacchi aerei stranieri. O che impongono una visione medioevale e distorta della legge coranica. O che organizzano una tratta di schiavi come hanno fatto nella citta-inferno di Raqqa.

Purtroppo, per qualcuno, quelli sono “i nostri ragazzi” e questa è una delle radici profonde del dramma siriano.

Nel suo viaggio di aprile, il senatore Black ha incontrato il presidente siriano Assad e la sua famiglia.

Quello che per la stampa occidentale è, come al solito, il crudele dittatore colpevole e responsabile di tutto, si è qui rivelato essere una persona affabile e tranquilla che svolge il suo incarico con un forte senso del dovere. Ha una moglie signorile e deliziosa, a tratti perfino timida, come ci ricorda lo stesso Richard Black in una sua intervista video. I bambini, dice ancora il senatore, hanno scherzato con il padre, ricordandogli che in ufficio sarà anche il presidente ma a casa è la mamma ad essere… il presidente!

In quale casa non è la mamma ad essere il Presidente, chiediamo noi? Gli Assad sono una famiglia normale, non mangiano sushi di carne umana né sono a capo della sezione siriana delle Spectre. Sono una famiglia normale a cui è capitato di dover sopportare un compito immane. Dagli Assad alla città di Palmira, il tesoro dell’umanità che ha rischiato di essere piallato via dalla Storia per colpa di un’orda di barbari senza terra, Patria, onore, Dio.

 

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Richard Black ha voluto visitare i resti di questa antichissima città che ha visto passare regni ed imperi, che ha visto apparire e scomparire re, regine, imperatori, avventurieri con i loro eserciti. L’ONU ha dichiarato Palmira patrimonio dell’Umanità nel 1980 confidando che nessuno l’avrebbe coinvolta in combattimenti. Nel 2015 degli spregevoli invasati, inutili all’Umanità, l’hanno occupata. Hanno distrutto molti dei reperti che non potevano trafugare per arricchire, en passant, le entrate della famiglia Erdogan e di altri loro loschi mandanti. Hanno pensato bene di decapitare il povero ma valoroso vecchio archeologo Khaled Asaad che a Palmira aveva consacrato la sua intera vita lavorativa.

Per fortuna, nostra e della Siria, Palmira è stata liberata dai soldati siriani grazie anche all’intervento della Russia ed al sacrificio del suoi soldati.

E Nella vastità del dramma siriano, una considerazione a parte meritano anche i molti feriti gravi e gli invalidi che la guerra ha prodotto, come fanno tutte le guerre. Richard Black, che ha combattuto in Vietnam e quindi conosce la guerra per esperienza diretta e non per sentito dire, che ha perso in combattimento cari amici e commilitoni, ha visitato un ospedale siriano.

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Una guerra provoca sempre penuria di qualcosa. La guerra siriana e soprattutto le sanzioni economiche imposte dall’Occidente, compatto nel suo essere impietosamente criminale, hanno portato ad una penuria di arti prostetici, tra le altre cose. Non solo: c’è anche penuria di farmaci oncologici. Ammalarsi di tumore in Siria, ora, è una doppia rovina. Oltre alla malattia che molto probabilmente lo ucciderà, l’ammalato sperimenta il dubbio amaro che forse potrebbe salvarsi se certi farmaci non fossero invece bloccati dalle sanzioni.

Che centrano i farmaci antitumorali con il “regime” di Assad? Semplice: si tratta di colpire gli indifesi per fiaccare il morale generale. Un metodo disonorevole già visto altre volte.

Voglio condividere un’ultima osservazione: riguardo alla Siria, io non sono neutrale. Non conosco gli Assad, non li ho mai incontrati. E non sono mai stato nel loro Paese. Ma ho visto che cosa è successo alla Libia anche a causa del tradimento italiano. Prima ancora che cosa è successo all’Iraq, a causa delle due guerre imperiali americane. So com’è ridotto adesso l’Afghanistan. Per cui ammiro i siriani ed il modo in cui hanno resistito in questi oramai 6 eterni anni di guerra. Auguro loro di vincere.

 

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Costantino Ceoldo – Pravda.ru freelance

Video intervista al senatore Richard Black sul suo viaggio in Siria: https://www.youtube.com/watch?v=wRRB5TKYZJA

 

NOTA: tutte le immagini relative al viaggio del senatore Richard Black sono protette da diritto d’autore e di proprietà del senatore stesso. E’ proibita ogni loro diffusione senza autorizzazione del Senatore o di un suo rappresentante autorizzato.

 

 

 

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