La religione sotto attacco. Intervista a Diego Fusaro


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(Costantino Ceoldo) – I tempi in cui viviamo ci presentano spesso la religione come un orpello del passato, quasi un inutile sottopancia che molte persone si tengono addosso perché non hanno la cultura, l’intelletto, o semplicemente il coraggio, di vivere senza di essa. Viviamo tempi Star-Trek in cui la religione viene indicata essere origine di sofferenza, più che di salvezza: si pensi alla violenza di matrice islamica. Essa nasce in un ambito molto ristretto dell’Islam ma, grazie ad una sapiente regia, oggi è facile credere che tutti i musulmani siano pericolosi terroristi: si dimentica però che i primi a cadere per mano dei terroristi islamici sono proprio quei musulmani che vengono accusati di non essere abbastanza “ortodossi”. Anche la religione cristiana, ortodossa e cattolica, ha subito degli attacchi potenti vedendosi ridurre i propri ministri unicamente al basso rango di intrallazzatori, ingordi si sesso e denaro, invece che mediatori tra cielo e terra.

Secondo una recente analisi statistica pubblicata sulla rivista Current Biology, i bambini atei sono più altruisti di quelli credenti: è una cosa strana questa, perché ero convinto che i bambini credessero a tutto e a niente, nella loro innocenza. Di solito sono gli adulti che fanno scelte definitive. Un risultato come quello riportato da Current Biology mi ha offerto lo spunto di porre alcune domande, sperando in risposte chiarificatrici. Oggi ci risponde  il Prof. Diego Fusaro, uno dei più noti filosofi italiani.

Prof. Fusaro, secondo lei perché nasce l’idea di analizzare una caratteristica dell’animo umano come l’altruismo in un’ottica di “credenti Vs. atei”?

La dicotomia atei-credenti serve oggi solo a frammentare la coscienza, a distogliere lo sguardo dalla vera contraddizione, che è quella alto-basso, servo-signore (Hegel); proprio come altre finte dicotomie, del tipo immigrati-autoctoni, destri-sinistri. Tali dicotomie creano lotte tra gli ultimi e impediscono la riverticalizzazione del conflitto, ossia la lotta dal basso verso l’alto: e l’alto è dato dal capitale finanziario, dai poteri forti delle élite oligarchiche del nuovo ordine mondiale classista che dal 1989 ad oggi sta celebrando incontrastato i suoi fasti. L’altruismo è nemico di questo sistema, che invece si fonda sull’egoismo rapace e predatorio dell’homo oeconomiscus. E l’altruismo non è né ateo, né credente, e insieme è tutte e due le cose: il comunitarismo altruistico può essere fondato sia su basi non religiose (si pensi ai Greci, o anche a Spinoza), sia su basi religiose (Dio come immagine della communitas dei credenti uniti nell’amore per Dio).

Da filosofo marxista lei cita Heidegger, che parla di “sdivinizzazione”, e Nietzsche per il quale la “morte di Dio” avviene nel mercato. E tuttavia per Marx la Religione è l’oppio dei popoli e l’Unione Sovietica di fatto era atea per legge. Come conciliare una difesa della Religione con la critica marxista al capitalismo?

Non mi definisco marxista, ma allievo indipendente di Marx e Gramsci. La religione – ce lo insegna lo stesso Marx – è pur sempre una protesta contro le ingiustizie del mondo terreno. La religione è senso di comunità e ci ricorda che Dio sta nei cieli e non nei portafogli o nei flussi della finanza. Insomma, oggi la religione è un fenomeno di eroica resistenza al capitale finanziario: il quale, dopo aver distrutto il comunismo, mira oggi a distruggere anche la religione, anch’essa costituendo un limite alla sua logica. La negazione della religione è il capitale, non il comunismo: l’aveva detto Pasolini. Il capitale è ateo e materialistico, dissolve ogni valore e ogni patrimonio simbolico. Tutto risolve nella merce e nello scambio.

Mi pare si profili sempre di più uno scontro senza quartiere: tra la religione meno che pagana del vitello d’oro da una parte e quella che invece pone al centro di tutto l’essere umano, sia essa l’Ebraismo, il Cristianesimo, l’Islam. Che ne pensa?

Verissimo. La religione è una risorsa simbolica, è un giacimento di senso alternativo al non senso del tecnocapitalismo globale. Per questo si cerca oggi di delegittimarla, svilendo il cristianesimo a superstizione e l’islamismo a terrorismo. Il capitale le avverte come un ostacolo e mira a distruggerle. Chi oggi è contro le religioni – lo sappia – è per ciò stesso dalla parte del capitale, che sta lottando contro di esse.

Venendo ad un esempio concreto, all’inizio della crisi economica in Grecia, la Chiesa ortodossa greca ha subito dei poderosi attacchi mediatici, da parte di tutta la stampa occidentale che le si è schierata contro, compatta nella sua ostilità. Perché secondo Lei?

Per lo stesso motivo per cui li subisce il cristianesimo e li subisce l’islam: perché fanno valere un senso e dei valori resistenti a quelli del capitalismo, che quindi dichiara loro guerra. Si pensi alla vergognosa identificazione dei preti con la pedofilia: il fatto che vi siano preti pedofili implica certo che debbano essere allontanati e puniti, ma non autorizza a fare l’equazione preti=pedofilia. Si cerca in ogni modo di delegittimare la religione, di modo che solo resti il monoteismo del mercato e la teologia neoliberale.

 Quindi il mercato ha paura della Religione e dei limiti che una Fede sincera impone? Non ho scelto a caso minuscole e maiuscole…

Certo. Il mercato è oggi a tutti gli effetti una religione, nel mio libro “Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo” l’ho chiamato monoteismo idolatrico del mercato. “Ce lo chiede il mercato” è non a caso la formula preferita dai taumaturghi della globalizzazione capitalistica. I difensori del laicismo e della lotta contro Dio sono oggi i promotori principali della modernizzazione capitalistica: si scagliano contro il Dio cristiano e contro quello islamico e nulla dicono contro il monoteismo del mercato. Ecco spiegato l’enigma.

Il Comunismo era un nemico ben definito, facile da identificare e quindi da combattere. Il Capitalismo, con le sue seduzioni, è più simile al serpente biblico. E’ per questo che è così difficile opporvisi?

Il comunismo non era un nemico, o meglio lo era per il capitalismo, proprio come ora lo sono le religioni. Il comunismo, pur con le sue contraddizioni, ha costituito un freno reale al dilagare del capitalismo: è stato un potere catecontico, contenitivo, per usare il lessico della teologia politica. E infatti dopo il 1989 non ha trionfato la libertà, anzi: il capitale si è ripreso tutto, tutti quei diritti sociali che anche grazie al comunismo erano stati conquistati. È bene saperlo, sennò si continua a fare il gioco del capitale. la fine del comunismo è stata una tragedia geopolitica, non una conquista: dopo il 1989 le guerre sono riesplose e la miseria mondiale è aumentata esponenzialmente. Il capitale è il totalitarismo perfettamente realizzato: quale totalitarismo sarebbe riuscito a mettere nelle tasche di tutti i suoi sudditi un cellulare? O a far sì che tutti i suoi sudditi si schedassero da soli (Facebook, Twitter, ecc.)? è una società totalmente amministrata, come diceva Adorno, che colonizza le coscienze ancor prima dei corpi. Ci fa essere come il galeotto che ama la sua cella perché non riesce a immaginare un mondo esterno.

 Lei come vede il nostro futuro tra venti o trenta anni? Quali soluzioni si sente di proporre per arginare la deriva materialista nella quale stiamo affogando?

Difficile parlare del futuro. Il più grande filosofo moderno, Hegel, diceva che la filosofia può occuparsi solo del presente o del passato, mai del futuro. Ad ogni modo, le prospettive sono queste: o si creerà un fronte di opposizione contro il fanatismo economico, o il capitale finanziario si prenderà tutto, compreso le nostre vite. Occorre reagire, resistere, organizzarsi. E le religioni ci aiutano a resistere.

 

Traduzione per Spondasud di Costantino Ceoldo (Pravda)

Fonte: http://www.pravdareport.com/society/stories/18-01-2016/133079-religion_attack-0/

 

 

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