Siria: intervista ad emittente australiana del presidente al Assad, sconfiggere terroristi per trovare una soluzione


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Per risolvere il conflitto nel paese bisogna sconfiggere prima di tutto il terrorismo. La dichiarazione è stata fatta dal presidente siriano Bashar al Assad all’emittente australiana “Sbs News”. Al Assad ha espresso il suo scetticismo sulla possibile risoluzione del conflitto siriano perché i paesi che sostengono il terrorismo, sia occidentali che regionali, come Turchia, Arabia Saudita a Qatar non vogliono porre fine al sostegno logistico a questi gruppi. Fermando i rifornimenti ai terroristi, i siriani possono avviare il dialogo per decidere il futuro della Siria. “La soluzione è molto vicina, non lontana dall’essere raggiunta”, ha precisato al Assad.

Per quanto riguarda una possibile imminente presa della città di Raqqa e la conseguente disfatta dello Stato islamico (Is), il presidente siriano ha dichiarato che è non è difficile dal punto di vista tattico. Tuttavia, al Assad ha evidenziato che il problema non riguarda il territorio in mano all’Is, quanto piuttosto l’ideologia che i terroristi divulgano. “L’indottrinamento è la cosa peggiore”, ha aggiunto al Assad, precisando che non si tratta di una guerra “tradizionale”. Il presidente siriano ha fatto notare come sia importante capire cosa potrebbe fare il “nemico” e, riferendosi apertamente al governo turco, ha fatto notare quanto Ankara si sia impegnata nel sostenere i gruppi terroristici che combattono in Siria.

Sulle recenti notizie degli scontri tra miliziani del movimento sciita di Hezbollah e militari dell’esercito siriano, al Assad ha precisato che “non si tratta di scontri”, ma di “differenze e divergenze di opinione”. Implicitamente ha fatto notare come non possano esserci scontri tra “alleati”, visto che tra Teheran – che sostiene Hezbollah – Mosca e Damasco vi sia una “buona coordinazione” nella lotta al terrorismo. Recentemente infatti si sono incontrati a Teheran i ministri degli Esteri di Iran, Siria e Russia per discutere delle questioni legate alla presenza di terroristi in Siria.

Riferendosi all’opposizione, al Assad ha precisato che ve ne è una politica, e una “terrorista” che imbraccia le armi. Inoltre, il presidente siriano ha evidenziato come l’opposizione debba essere siriana. “Non può essere un’opposizione surrogata che lavora per conto di altri paesi, come l’Arabia Saudita”, ha aggiunto al Assad. Riguardo all’ingerenza di altri paesi nel conflitto siriano, il capo dello Stato ha ricordato come ha avuto inizio nel 2010. “C’erano alcune persone pacifiche che protestavano per chiedere riforme, mentre altri manifestanti “non genuini” sono stati pagati dal Qatar ed erano armati. Ecco come è iniziato tutto”.

Per quanto concerne il ruolo dei paesi occidentali nel conflitto, al Assad ha detto che “trattano con la Siria in segreto”, attraverso il ruolo svolto dagli imprenditori. Funzionari statunitensi ed europei si incontrano per riportare alcuni messaggi, ma non vi è nulla di serio, secondo quanto ha detto al Assad. “Non credo che l’amministrazione americana sia seriamente interessata a risolvere il problema in Siria”, ha chiarito al Assad. Riferendosi alla notizia circolata lo scorso 17 giugno, secondo la quale oltre 50 funzionari diplomatici del dipartimento di Stato Usa hanno sottoscritto un documento interno che critica duramente la politica dell’amministrazione del presidente Barack Obama in Siria, sollecitando il paese a lanciare una campagna aerea contro il governo di Damasco, con l’obiettivo di deporre al Assad, quest’ultimo ha detto che i guerrafondai sono sempre esistiti in ogni amministrazione Usa. La differenza tra la precedente amministrazione di George W. Bush e quella di Obama è che il primo ha mandato le truppe, mentre il secondo invia i mercenari. Inoltre, “Obama finge di no vedere cosa hanno fatto Turchia, Qatar ed Arabia Saudita sin dall’inizio della crisi. Gli stati Uniti hanno una politica militaristica, chiedono la guerra e ce l’hanno. Gli Usa hanno fallito in Libia, in Iraq, nello Yemen e in Siria, hanno creato soltanto il caos”, ha detto il presidente siriano. Al Assad, tuttavia, non ha escluso una possibile collaborazione con gli Stati Uniti basata su una convergenza di interessi.

Riferendosi sempre ai paesi occidentali, al Assad ha detto che questi Stati hanno un doppio standard: “Criticano apertamente il suo governo in pubblico, ma continuano a farci accordi in privato”. “Ci attaccano politicamente, ma poi mandano i loro funzionari per fare accordi sottobanco, in particolare per quanto riguarda la sicurezza”, ha detto il presidente siriano, precisando che anche l’Australia è coinvolta in questo doppio gioco con la Siria. “Non vogliono urtare gli Stati Uniti. In realtà la maggioranza dei funzionari occidentali ripetono semplicemente quello che gli Usa vogliono che dicano. Questa è la realtà”, ha concluso al Assad. Contro chi lo accusa di essere un “tiranno”, al Assad ha dichiarato: “Posso solo dire che non hanno una percezione della realtà perché sto sconfiggendo i terroristi”.

In merito alla proposta della Russia di riavviare i negoziati di pace a Ginevra, al Assad ha detto che è necessario che contengano i principi base per essere fruttuosi. “Sosteniamo il dialogo con ogni partito siriano, ma in realtà i colloqui diretti non sono ancora iniziati perché di fatto vi è l’intermediazione di Staffan de Mistura”, ha aggiunto il presidente siriano. La questione legata al cessate il fuoco è legata ai gruppi che “lo violano giornalmente e noi siamo costretti a rispondere”, ha detto al Assad, secondo il quale sta funzionando in alcune zone, ma non in altre.

Per quanto concerne il coinvolgimento nella crisi siriana di alleati come l’Iran e la Russia, il presidente siriano ha detto che Teheran e Mosca, difendendo la Siria, preservano la loro stabilità e i loro interessi. Perché la crisi in Siria potrebbe provocare un effetto domino in tutta la regione, arrivando fino in Europa. Iran e Russia non sostengono direttamente il presidente, ma sostengono il suo popolo. “Non sono rimasto al potere per cinque anni solo perché mi hanno sostenuto i due paesi”, ha chiarito il presidente siriano.

Infine, in merito al ruolo svolto dalla coalizione internazionale per sconfiggere lo Stato islamico al Assad ha detto che ogni sforzo straniero per sconfiggerlo è il benvenuto, ma deve essere “genuino” non come avviene nel nord della Siria dove 60 paesi non riescono a fermare l’avanzata dell’Is. Sulla questione dei rifugiati al Assad ha detto che molti di loro vogliono ritornare nel paese. “Vogliono che i governi occidentali predano una posizione decisiva contro Arabia Saudita, Francia e Gran Bretagna che stanno sostenendo i terroristi per sovvertire il governo attuale”, ha concluso al Assad.

 

 

 

 

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