Libia, spiraglio in crisi petrolifera


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Dopo un lungo braccio di ferro di oltre otto mesi,  sono iniziati i negoziati tra il governo guidato dal nuovo premier Abdullah Al Thani e l’Ufficio Politico della Cirenaica, ente alla guida del blocco, culminati  in un accordo che prevede la consegna immediata dei porti di Hariga e Zueitina alle autorità di Tripoli. Se nei mesi scorsi aveva minacciato di usare la forza, il governo ha poi optato – grazie alla mediazione di leader tribali – per un approccio più “soft” accettando alcune condizioni dettate dai ribelli. In un documento firmato da entrambe le parti, tra i 6 punti negoziati figurano il trasferimento del quartier generale delle forze di sicurezza che proteggono gli impianti petroliferi nella cittadina orientale di Brega e di pagare stipendi e arretrati alle stesse guardie che bloccavano i porti, che riprenderanno immediatamente a lavorare. Il gruppo ha inoltre chiesto al governo di ritirare l’ordine di intervento militare per la liberazione dei porti e di non perseguire legalmente i responsabili del blocco. Tra le richieste anche la formazione di una commissione di sei esperti provenienti da diverse aree del paese per indagare le irregolarità nella vendita di greggio. Il gruppo separatista accusa infatti il governo di corruzione e di marginalizzare la regione orientale della Cirenaica.

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