Analisi/ L’Islam reagisce e sconfigge il terrorismo. Basta con i luoghi comuni


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(Talal Khrais) – L’Islam è una religione in cui la tolleranza ha un ruolo di primo piano. Confondere quanto c’è scritto nei testi con le pratiche messe in atto dai gruppi terroristici e da alcuni imam esaltati che usano la religione come un pretesto per commettere i peggiori crimini contro l’umanità è profondamente ingiusto e sbagliato. Possiamo forse pensare che quanto hanno commesso le milizie cristianofalangiste  nella strage di Sabra e Shatila nel 1982 in Libano potesse avere a che fare con le parole di Gesu Cristo e il suo insegnamento di pace?  Certamente no.

La verità è che proprio dal mondo arabo arrivano segnali importanti contro il fondamentalismo e l’estremismo, sia religioso che politico. Segnali che testimoniano come l’Islam rifiuti certi rigurgiti di violenza che nulla hanno a che fare con il significato più profondo della sua religione. E infatti, nelle ultime elezioni, i partiti e movimenti radicali sono stati sconfitti, segno evidente che la popolazione, che pure professa l’Islam, intende costruire il proprio futuro in uno stato laico e tollerante, nel quale possano convivere più professioni.

Oltre un miliardo di fedeli – L’Islam, che rappresenta oltre un miliardo di persone di ogni razza, nazionalità e cultura, oltre che essere una religione è anche uno stile di vita. I Musulmani professano una religione di pace, misericordia e perdono che nulla ha a che vedere con le gravi vicende che negli ultimi tempi vedono protagonisti i gruppi jihadisti come l’ISIS o al Qaedah. Soltanto il 18% dei musulmani risiede nel mondo arabo, il resto è sparso in ogni angolo del pianeta. I musulmani credono nella concatenazione dei profeti che inizia con Adamo e comprende Noè,Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Giobbe, Mosè, Aronne, Davide, Salomone, Elia, Giona, Giovanni Battista e Gesù. Il termine arabo Islam significa semplicemente sottomissione e deriva da una parola che significa pace.

Quando si parla di Islam, dunque, bisogna evitare di parlare di terrorismo. Forse è persino sbagliato parlare di “terrorismo islamico”. Quei gruppi, comunque, così come li conosciamo oggi, sono nati in Afghanistan tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni novanta, sono stati sostenuti e finanziati dai Paesi Arabi del Golfo e dagli Stati Uniti.

Insomma, l’Occidente, come sempre capita in queste storie, ci ha messo non solo lo zampino ma qualcosa di più. Se dovessimo ragionare con la logica di chi usa la religione per fare politica e massacrare i civili, potremmo dire che l’occidente “cristiano” ha finanziato le mani dei terroristi islamici. Se togliamo la connotazione religiosa siamo certamente più vicini alla verità: l’Occidente ha contribuito a finanziare il terrorismo. Punto e basta.

Molti di questi gruppi terroristici hanno certamente avuto la possibilità di occupare uno spazio territoriale ma è anche vero, come dimostrano le recenti informazioni sull’ISIS, che sono in forte declino sia come popolarità che militarmente.

Il Libano e il ruolo di Hezbollah – Un Paese grande come l’Umbria, il Libano ha respinto numerosi e imponenti attacchi terroristici infliggendo colpi mortali nelle file dello Stato dell’Iraq e del Levante e del Fronte Jabhat al Nusra. Le milizie sciite di Hezbollah, Movimento della resistenza libanese, come testimoniano i servizi di intelligence di tutto il mondo, ha contribuito a indebolire i gruppi terroristici nella zona strategica del Quseir e nella catena montagnosa del Qalamoun in Siria. Il leader del partito libanese, Hassan Nassrallah, ha recentemente ricordato: “L’equazione esercito-popolo-resistenza è stata in grado di liberare la nostra terra, dove il mondo aveva fallito. La resistenza, accanto all’esercito e al popolo, ha contribuito a proteggere i confini del Libano. La resistenza del popolo libanese è simile all’oro”. Ecco perché Hezbollah non solo non può essere considerata un movimento terroristico ma un soggetto, nel mondo arabo, che combatte ogni forma di terrorismo e di fondamentalismo. E lo fa con il sostegno del popolo.

Dice ancora Nasrallah “Il nostro primo intervento in Siria risale all’arrivo dei primi gruppi terroristi armati a pochi metri dal Santuario di Sayeda Zeinab, la nipote del Profeta Mohammad. Abbiamo ritenuto che la distruzione del mausoleo avrebbe provocato una divisione sunnita-sciita nella regione. Fin dall’inizio, abbiamo detto che la guerra in Siria agitava divisioni settarie e minacciava i paesi della regione e anche del mondo. Dopo tre anni di finanziamento di gruppi armati e di sabotaggio di una soluzione politica, avete terminato di scrivere una lista di organizzazioni terroristiche in cui sono inclusi i gruppi di al-Qaeda, l’ “EIIL”, il fronte “Al Nusra” e la “Fratellanza Musulmana”. Quali gruppi armati non terroristi pertanto rimangono in Siria?”

Yemen, Egitto e Tunisia – Nello Yemen, gli Huthi hanno sconfiltto il Movimento salafita che si é trasformato in gruppi terroristici che oggi non risparmiano nemmeno il loro creatore: gli Stati Uniti d’America. I miliziani di al-Qaeda Aqap lo scorso mese hanno attaccato,  nella provincia di Lahj, la principale base aerea militare del paese, al-Anad, utilizzata anche dalle truppe statunitensi. In Egitto, Al Sisi ha vinto con oltre il 96% dei voti contro la Fratellanza Musulmana, che tollera i Movimenti Qaedisti. Anche se la percentuale di affluenza alle urne è stata tra il 48 e il  59%, dunque non alta, è evidente a tutti come il popolo egiziano abbia ripudiato il governo del Leader della Fratellanza Musulmana, Mohamad Morsi.

Un governo che ha portato terrore e instabilità in tutto il paese. In Tunisia, il candidato del partito laico Nidaa Tunes, Baji Caid Essebsi, ha vinto le presidenziali. Essebsi, che non ha speso soldi e non ha avuto bisogno di comprare i voti,  ha ottenuto il 55,7% dei consensi, battendo al ballottaggio il suo rivale, il presidente uscente Moncef Marzouki. I gruppi fondamentalisti e radicali sono stati sconfitti. Il terrorismo ha dunque perso il sostegno politico di gruppi, movimenti e partiti che in questi anni hanno contribuito ad alimentare la tensione nel paese e a lacerare la convivenza civile e la rete dei diritti e delle libertà individuali.

Come si vede, quindi, è dentro l’Islam che si trova la risposta più efficace per combattere il fondamentalismo. Ed è grazie allo sforzo comune e ai grandi sacrifici dei popoli arabi cristiani e musulmani che il terrorismo può essere sconfitto.

 

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