Cooperazione: 8 miliardi di dollari per lo sviluppo del Corno d’Africa


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La comunità internazionale dei donatori stanzierà un nuovo finanziamento di 8 miliardi di dollari in progetti di aiuti allo sviluppo da realizzare in otto paesi del Corno d’Africa. Il nuovo contributo, della Banca mondiale, proviene dalle organizzazioni internazionali che partecipano alla missione- Banca mondiale, Banca africana di sviluppo (Afdc), Unione europea e Banca islamica di sviluppo (Idb) – e punta a sostenere gli sforzi per rafforzare le economie e arginare i conflitti e la fame nella regione in otto paesi: Gibuti, Eritrea, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Uganda.

Nonostante sia una delle regioni a più rapida crescita economica nel mondo e disponga di ingenti risorse naturali non ancora sfruttate, nel Corno d’Africa vivono ancora molte persone estremamente povere e la disoccupazione é ancora molto diffusa presso un numero crescente di giovani. Le donne, in particolare, devono affrontare enormi ostacoli, tra cui il mancato accesso ai diritti sulle terre e all’istruzione, soprattutto per via di costumi sociali che spesso ostacolano la loro capacità di ottenere opportunità economiche e di migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e comunità.

CIBO IN CAMBO DI ISTRUZIONE – Si è concluso il Programma alimentare mondiale (Pam), promosso dalle Nazioni Unite, che ha completato  con successo l’iniziativa “Cibo in cambio di istruzione” per ridurre la vulnerabilità alla fame e migliorare la nutrizione nel paese nordafricano.

Il progetto quinquennale, avviato nel 2009 nei governatorati di Fayoum, Menia e Beni Suef, prevedeva merende nutrienti quotidiane ai bambini nelle scuole. Queste hanno contribuito ad aumentare il livello di concentrazione degli studenti fornendo il 25 per cento del loro fabbisogno nutrizionale giornaliero.

Il progetto ha, inoltre, incoraggiato i genitori ad iscrivere i loro figli, in particolare le ragazze, a scuola, fornendo un incentivo sotto forma di razioni mensili di 10 chilogrammi di riso e di altre materie prime da poter portare a casa. Tale incentivo riguardava le famiglie dei bambini che frequentavano regolarmente la scuola.

L’ITALIA E L’EGITTO – L’Italia, a differenza di quanto accadeva negli anni Ottanta e Novanta, ha assunto un ruolo minore nel settore degli aiuti e dei progetti internazionali. Oggi, a differenza di quanto accadeva in passato, destina ai paesi in via di sviluppo modesti fondi. Stessa sorte è capitata ai finanziamenti destinati ad affrontare le emergenze delle aree in crisi. Il nostro paese ha comunque sostenuto gli sforzi per una alimentazione scolastica in Egitto negli ultimi 10 anni, con un contributo pari a circa 15 milioni di dollari attraverso il programma italo-egiziano ‘Debt for Develompment Swap’. Il programma di pasti scolastici ha fornito sia benefici educativi che di tutela della salute per i bambini più vulnerabili in Egitto”.

(T.K.)

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