Cosa sappiamo dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane?


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Hamas ha diffuso un video che mostra tre donne tenute prigioniere. Una delle donne chiede a Israele di intraprendere uno scambio di prigionieri. Cosa comporterebbe? Ecco alcuni numeri sui detenuti politici palestinesi.

Secondo la Palestine Prisoners Society, circa 6.600 palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane. Prima del conflitto, più di 5.000 palestinesi erano detenuti nelle carceri israeliane. Dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, sono stati detenuti almeno altri 1.590 palestinesi.

Ci sono:

  • 73 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane.
  • 327 bambini imprigionati (compresi due neonati che rimangono con le madri in carcere).
  • 15 giornalisti nelle carceri.
  • 1.800 sono trattenuti senza accusa nella cosiddetta “detenzione amministrativa” – un numero che era 860 nel 2022. Si tratta di persone dietro le sbarre per un tempo non definito e senza aver affrontato un processo. Esiste anche la possibilità di essere arrestati in merito a “prove segrete”: mentre l’accusato trascorre anni in carcere, Israele continuerebbe a raccogliere informazioni rimandando il procedimento.

Le Nazioni Unite hanno rilevato che dal 1967, anno in cui il Paese occupò la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, sarebbero stati arrestati circa un milione di palestinesi. Uno su cinque è stato messo in manette almeno una volta, ma il dato raddoppia per gli uomini. Yahia Sinwar, leader di Hamas, ha proposto di liberare gli oltre 200 ostaggi in cambio dei detenuti, ma per l’esercito israeliano si tratterebbe di “terrorismo psicologico”.

Sono 19 le prigioni all’interno di Israele, mentre un’altra si trova in Cisgiordania.

Dal 2000, ai tempi della seconda intifada, sono stati arrestati più di 12.000 bambini palestinesi. Per Addameer si tratterebbe di un modus operandi utilizzato per punire la popolazione. L’associazione Save the Children ha rivelato che i minori subirebbero abusi fisici e psicologici all’interno delle carceri, interrogati senza la presenza di un genitore e sfruttati come informatori.

Le condizioni dei detenuti “I prigionieri sono sottoposti a fame e sete e viene loro impedito di accedere alle loro medicine, in particolare per coloro che soffrono di malattie croniche che richiedono cure regolari. La situazione è peggiorata quando l’amministrazione carceraria ha tagliato l’acqua e l’elettricità”, ha commentato Qadura Fares, il capo della Commissione per gli affari dei detenuti dell’Autorità palestinese.

IL VIDEO 

Il titolo del video fornito da Hamas recita: “Alcune prigioniere sioniste detenute da Al-Qassam inviano un messaggio a Netanyahu e al governo sionista”. “Ciao Bibi Netanyahu”, ha esordito la donna seduta al centro dei tre. “Siamo in prigionia di Hamas [già] da 23 giorni. Ieri c’è stata una conferenza stampa con le famiglie degli ostaggi. Sappiamo che doveva esserci un cessate il fuoco. Avreste dovuto rilasciarci tutti. Avete preso l’impegno di rilasciarci tutti”.

“Invece di questo”, ha proseguito, “veniamo puniti per la vostra negligenza politica e nazionale, per quel vostro errore del 7 ottobre. Perché non c’era nessun militare. Non è venuto nessuno. Nessuno ci ha ascoltato”. Nel video, la donna sottolinea anche che lei e le altre donne sono cittadine innocenti che pagano le tasse eppure sono prigioniere.

“Siamo cittadini innocenti. Cittadini che pagano le tasse allo Stato di Israele. Voi volete ucciderci tutti. Volete ucciderci tutti usando l’IDF (l’esercito israeliano, ndr)… Non è sufficiente che siano stati uccisi cittadini israeliani”, continua la donna.  “Lasciateci andare. Lasciateci andare. Lasciate andare i loro cittadini, lasciate andare i loro prigionieri. Liberateci. Liberateci tutti. Lasciateci tornare alle nostre famiglie ora!”. Alla fine del video, la donna che parla urla più volte “ORA!

LA REAZIONE DI ISRAELE

L’ufficio del primo ministro israeliano ha rilasciato una dichiarazione in risposta al video diffuso in precedenza da Hamas, che mostrava tre dei suoi prigionieri: “Questa è una crudele propaganda psicologica da parte di Hamas-ISIS. Noi abbracciamo le famiglie. Faremo di tutto per riportare a casa tutte le persone rapite e scomparse”.

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