Esclusiva Siria. Intervista a Shade Helweh, il reporter che racconta la battaglia di Aleppo


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di Alessandro Aramu e Naman Tarcha

Shade Helweh è il corrispondente della Televisione Araba Siriana che in questi giorni, da Aleppo, segue le operazioni militari dell’esercito contro le postazioni dei terroristi dello Stato Islamico nell’area circostante la seconda città del paese. E’ uno dei pochi giornalisti sul campo. Lo abbiamo sentito al telefono nel corso del III Meeting Internazionale delle Politiche del Mediterraneo organizzato dal Centro Italo Arabo Assadakah a Cagliari.

Shade, dove ti trovi in questo momento? 

Sto seguendo l’avanzata dell’esercito siriano ad Aleppo, bisogna far sapere quello che sta accadendo in questo paese per combattere la disinformazione dei media occidentali. Aleppo è la capitale economica della Siria. E’ qui che gli emissari e gli uomini del Presidente Erdogan hanno cercato di saccheggiare la maggior parte delle aziende e delle fabbriche siriane e rivendere tutto in Turchia.  Ankara sta sostenendo i gruppi armati che ogni giorno colpiscono da anni le zone residenziali di Aleppo prima delle zone militari. Quotidianamente, a causa dei colpi di artiglieria dei gruppi armati, ci sono circa 3/4 vittime tra i civili. E’ un attacco senza sosta che colpisce la popolazione.

L’esercito arabo siriano, con il supporto dei raid russi, sta avanzando in tutta l’area. Qual è esattamente la situazione sul campo? 

Più di una settimana fa l’esercito siriano ha iniziato una grande operazione nella zona di Aleppo, sia a sud che a nord della città. L’esercito siriano negli ultimi giorni ha liberato moltissimi villaggi, sta avanzando in varie direzioni ed è arrivato all’aeroporto militare di  Qwayris, il più importante nel nord della Siria. La maggior parte dei gruppi armati che combattono contro l’esercito siriano sono gruppi riconosciuti come terroristici: da una parte Daesh (l’IS) e dall’altra Al Nusra, la filiale di al Qaeda in Siria. Le aree dove combatte l’esercito siriano, le zone che sto seguendo io come reporter della televisione araba siriana, sono tutte controllate dall’IS.

I media occidentali continuano ad accusare la Siria e la Russia di aver preso di mira prima i civili e poi i terroristi dello Stato Islamico. 

E’ falso. Ripeto: l’esercito sta colpendo le postazioni dell’IS. Per questa ragione è in corso una guerra contro l’informazione siriana e contro i nostri organi di informazione perché diffondono notizie che l’occidente non vuole trasmettere. Noi stiamo sul campo e questo non piace ai media europei e americani.  Sono gli stessi che accusano i militari russi di colpire le zone abitate dai civili. Tutto questo è falso. La maggior parte delle zone dove opera l’esercito  nella zona di Aleppo, con l’aiuto dell’aviazione russa, sono controllate dall’ISIS. Sono le aree dove ci sono i terroristi e l’operazione militare dell’esercito siriano è rivolta a colpire questi gruppi armati e non certo la popolazione civile.

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Esercito e popolo sono sempre più uniti in quella che appare la battaglia decisiva per il futuro della Siria. E’ così? 

Sono 4 anni che sto seguendo il conflitto, 4 anni che seguo le operazioni militari e incontro i figli della Siria. Chi opera sul campo è l’esercito che, in quanto tale, non appartiene a nessuna parte etnica o religiosa del mosaico siriano. L’esercito rappresenta tutto il popolo siriano senza alcuna distinzione e tutto il popolo sta con l’esercito perché lo sta difendendo dai terroristi. Ringrazio il Centro Italo Arabo Assadakah per offrire la possibilità ai reporter siriani di raccontare quanto sta accadendo in Siria, è importante che l’opinione pubblica del vostro paese conosca la verità. L’Occidente impone l’embargo e le sanzioni sulla Siria. Qualcuno si chiede chi sono le vittime di questo embargo? Chi sta pagando il prezzo di questa decisione? E’ semplice, quel prezzo lo sta pagando il popolo siriano. E il popolo è difeso dal suo esercito.

Quanto è difficile far arrivare un’informazione corretta sulla Siria?

Noi stiamo combattendo la censura, perché è evidente che vogliono nascondere le informazioni che giungono dalla Siria. C’è un grande sistema di censura contro i giornalisti e i media siriani. Non vogliono far sapere che il popolo siriano sta con l’esercito, il governo e con il suo presidente. Per questo dalla Siria arrivano solo certe informazioni e non quelle dei reporter che stanno sul campo e possono testimoniare la lotta contro il terrorismo e i gruppi armati che ogni giorno colpiscono la popolazione civile.

 

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Il terrorismo si può sconfiggere?

Alla fine il terrorismo sarà sconfitto e le porte della Siria saranno di nuovo aperte a tutti, a partire dai nostri amici italiani. ne sono certo. Bisogna anche avere il coraggio di dire che oramai l’opinione pubblica, benché bombardata da menzogne, riesce a individuare la falsità di certe informazioni e la manipolazione dei fatti da parte dei mezzi di informazione. In ogni caso, visto che ci hanno censurato da più parti, su Facebook riusciamo a pubblicare tutti i servizi che facciamo, raccontando in tempo reale ciò che sta realmente accadendo nella battaglia di Aleppo. i terroristi stanno subendo sconfitte importanti e sono in fuga.

In questo momento ci sono giornalisti stranieri ad Aleppo?

Il Ministero dell’Informazione ha aperto le porte del paese e invita i reporter a seguire le operazioni per far conoscere esattamente ciò che sta accadendo in Siria. Siamo qui per testimoniare che siamo un popolo che ama e desidera la vita. In questo momento non ci sono giornalisti stranieri, sono in corso operazioni militari molto pericolose e ci sono soltanto alcuni reporter di guerra siriani, i più esperti. La situazione non è semplice: davanti, a destra e a sinistra abbiamo l’ISIS, siamo proprio in mezzo alla battaglia. In questo contesto non si riesce a far entrare altri giornalisti, in particolare quelli stranieri. Presto arriveranno i reporter stranieri che stanno a Damasco e altre televisioni, nazionali ed estere. Presto il mondo saprà come realmente stanno andando le cose.

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