Il clan dei siriani di Bologna dietro il rapimento di Greta e Vanessa?


0 Condivisioni

 

(Francesco Gori) – Smentisce tutto. Smentisce di essere un fondamentalista islamico. Smentisce di avere rapporti con l’Esercito Siriano Libero. Smentisce di avere rapporti con i terroristi di al Nusra e dello Stato Islamico in Siria. L’unica cosa che non può smentire – anche perché è stato intercettato dal Ros, il Raggruppamento operativo speciale dell’Arma dei Carabinieri – è di aver aiutato Vanessa Marzullo e Greta Ramelli a raggiungere un paese che da oltre tre anni è lacerato da una terribile guerra. Lui è Mohammed Yaser Tayeb, un siriano 47enne di Aleppo che fa il pizzaiolo ad Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna.

Nel corso di un’intervista a Il Fatto Quotidiano, nega di avere rapporti con i gruppi jihadisti e afferma: “Non le ho vendute le due ragazze, le ho solo aiutate a partire”. Il pizzaiolo siriano fu contattato da Greta e Vanessa al momento dell’organizzazione del loro viaggio. Le due ragazze gli avevano illustrato il progetto di distribuire il kit di pronto soccorso all’Esercito Libero anti –Assad, un raggruppamento oramai allo sbando, sostenuto anche dal Governo italiano, in cui sono le componenti radicali acquistano spazio giorno dopo giorno. “L’Esercito siriano – dice – è oramai disintegrato e non ha più un’ideologia unica, non c’è un referente con cui parlare”. Si parla di una lettera di raccomandazione che in qualche modo sarebbe servita a Vanessa e Greta di accreditarsi perso i combattenti della zona di Aleppo. Il pizzaiolo siriano nega di averla consegnata.

Secondo i Carabinieri quella lettera era destinata a un medico, Nabil Almureden, presidente nazionale dell’Associazione Italia- Siria, residente da decenni a Brudrio, in provincia di Bologna. Una lettera che Almureden nega di aver scritto e tanto meno consegnato. Di certo, e anche questo è emerso dalle intercettazioni, il medico siriano conosceva le due ragazze ma scarica su di loro ogni tipo di responsabilità: “Non sapevo che le ragazze volevano avvicinarsi ai combattenti. Sapevo solo che volevano fare dei corsi per i medici. Non ho mai scritto nessuna lettera di raccomandazioni”.

Greta e Vanessa vengono intercettate nei primi mesi del 2014, proprio quando mettono in piedi il progetto Horryaty, con la finalità di portare aiuti sanitari in Siria. Un progetto creato con la collaborazione di Roberto Andrevill, un fabbro di 47 anni. La loro non è né una ONG né un’associazione, sono soltanto tre persone che hanno deciso di portare aiuti e medicinali ai combattenti in Siria.

Nell’informativa del Ros emerge un terzo nome Alhamdoosh Maher,  anche lui residente a Bologna, uno studente che ha fatto il traduttore in Siria per il giornalista della Rai Amedeo Ricucci, nel viaggio in cui avvenne il rapimento di entrambi. Una coincidenza sospetta per gli inquirenti.

Yasser Mohammed, scrive ancora il Fatto Quotidiano, è finito nelle intercettazioni del Ros: nel corso di una telefonata, una misteriosa donna, “Titti”, invita il ragazzo a cancellare un post su Facebook che rivela in anteprima il rapimento di Greta e Vanessa. Il post, dice Titti, metterebbe a rischio la vita delle due ragazze.

Come faceva il ragazzo siriano a sapere in anteprima del rapimento delle due italiane? Yasser dice di averlo saputo due o tre giorni dopo, forse l’8 agosto. Ma la telefonata con la misteriosa “Titti” lo inchioda: avviene alle 23 del 5 agosto, mentre la notizia della scomparsa di Greta e Vanessa esce con un lancio flash dell’agenzia Ansa alle 17.14 del 6 agosto. Qualcosa evidentemente non torna.

 

Con Fonte Ansa, il Fatto Quotidiano

 

LEGGI ANCHE

Greta e Vanessa. Le intercettazione dei Ros: rapporti con gli estremisti islamici

 

 

 

 

0 Condivisioni