In Siria ci sono 12 mila jihadisti stranieri, 3000 arrivano dalla Tunisia


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(Redazione) – Uno studio del “King’s College” di Londra conferma che in Siria sono presenti oltre 12 mila i volontari stranieri arrivati per partecipare alla guerra civile iniziata tre anni fa. Secondo lo studio, curato da Peter Neumann,  si tratta della “più significativa mobilitazione di combattenti stranieri dagli anni Ottanta, quando in 20 mila andarono a partecipare alla resistenza contro l’occupazione sovietica”.

Neumann, come riporta il quotidiano La Stampa, ritiene che 12 mila combattenti in tre anni sono un ritmo destinato a superare il totale afghano” e ciò porta a riflettere perché “dal conflitto afghano nacque Al Qaeda” e dunque bisogna chiedersi “quale sarà l’impatto dei jihadisti in Siria”.

I jihadisti in Siria provengono da 74 nazioni, con il 60-70 per cento dal Medio Oriente e il 20-25 per cento da Paesi dell’Occidente. “Il maggior numero di volontari in assoluto arriva dalla Tunisia (3000) mentre i sauditi sono fra 1200 a 2500, seguiti da Marocco e Giordania con 1000. In Occidente, spicca la Francia con 700 jihadisti, la Gran Bretagna con 500 e la Germania con 400. Fra il 10 e 20 per cento di volontari per il Jihad, in alcuni Paesi europei, sono donne”.

A questo proposito c’è da registrare la notizia di The Independent, secondo il quale circa 60 donne britanniche sono partite per la Siria e si sono unite alla brigata islamica di Stato al-Khansaa, un’unità di polizia tutta al femminile che amministra la Shari’a e punisce coloro che non seguono la sua interpretazione così come imposto dal gruppo terroristico. Uno dei leader è la scozzese Aqsa Mahmood, una ventenne di Glasgow che, secondo l’International Center for the Study of Radicalization, si è recata in Siria nel novembre del 2013.

ASSAD INCONTRA DE MISTURA – Il presidente siriano Bashar al Assad riceverà domani a Damasco il nuovo inviato dell’Onu per la crisi in Siria, Staffan de Mistura, impegnato nella sua prima visita nel paese dal giorno della sua nomina a luglio.

I colloqui tra il diplomatico italiano e la leadership siriana verteranno sulle possibilità di un’azione politica congiunta per mettere fine al conflitto, secondo quanto riferisce questa mattina il quotidiano al Watan. De Mistura, accompagnato dal suo vice, il diplomatico egiziano Ramzi Ezzedin Ramzi, avrà anche dei colloqui con rappresentanti dell’opposizione interna che avanzeranno la richiesta di nuovi negoziati tra le parti a Ginevra.

 

 

 

 

 

 

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