Iran e Usa studiano le mosse per fermare l’ISIS in Iraq


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(Redazione) – Gli Stati Uniti hanno discusso con l’Iran della crisi in Iraq, a margine dei colloqui sul nucleare iraniano in corso a Vienna. Lo hanno riferito fonti del dipartimento di Stato Usa. “La questione è stata discussa brevemente con l’Iran a margine dei colloqui di Vienna”, ha detto una fonte Usa. Quindi il portavoce aggiunto del dipartimento di Stato, Marie Harf, ha confermato alla Cnn che ci sono state delle “brevi discussioni”, precisando che gli Stati uniti devono ancora decidere “se continuare a parlare con l’Iran dell’Iraq”.

Il portavoce ha riconosciuto che Teheran e Washington hanno “un interesse comune” nel garantire che i jihadisti sunniti dello Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil) non avanzino ulteriormente in Iraq, ma ha tenuto a sottolineare che “nessun paese esterno può risolvere i problemi dell’Iraq”.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato che esaminerà tutte le opzioni a sua disposizione, tra cui quella di inviare truppe per fermare il rapido progresso dell’Isis in Iraq. Secondo le fonti citate dal quotidiano inglese The Guardian, nei prossimi giorni il governo degli Stati Uniti potrebbe persino prendere la decisione di inviare aiuti militari sul suolo iracheno.

Un’opzione che la Casa Bianca però sembra escludere, almeno in una prima fase. Per il segretario di Stato americano, John Kerry, gli attacchi con i droni contro i jihadisti dell’ISIS sono una possibilità concreta. Kerry ha confermato che un eventuale impegno militare degli Stati Uniti “sarà a tempo” e “non includerà in alcun caso militari sul campo”.

Intanto gli Usa hanno portato un’altra nave da guerra nel Golfo Persico. Si tratta della Mesa verde, con a bordo 550 marine, che si è avvicinata all’Iraq per sostenere un eventuale intervento americano in aiuto del governo di Baghdad contro i ribelli sunniti. Nelle ultime ore nel Golfo era già entrata la portaerei George H.W. Bush, che aveva ricevuto l’ordine dal Pentagono di lasciare il Mare Arabico nella giornata di sabato.

Le autorità statunitensi hanno confermato l’arrivo nel golfo Persico della nave, che trasporta anche gli elicotteri MV-22 Osprey. “La sua presenza nel golfo fornisce ulteriori opzioni al comandante in capo per proteggere i cittadini americani e gli interessi in Iraq” ha detto il contrammiraglio John Kirby, portavoce del dipartimento della Difesa americano.

I jihadisti hanno lanciato la scorsa settimana un’offensiva che li ha portati a prendere il controllo della seconda città irachena, Mosul, di gran parte della provincia settentrionale di Ninive, di Tikrit e di altre zone delle province di Salahuddin, Diyala e Kirkuk. Ieri hanno conquistato la città di Tal Afar, nel nord-ovest del Paese, che conta 200mila abitanti. Si tratta di una città strategica, perché fondamentale sulla tratta verso la Siria, mentre l’esercito iracheno ha ripreso il controllo di Qaim, città situata nella provincia occidentale di Anbar situata 330 chilometri a ovest di Baghdad, fino ad oggi nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico. La situazione sul campo appare comunque drammatica e l’avanzata dell’Isis verso Baghdad procede spedita, con l’effetto paura che ha minato la resistenza dell’esercito e delle forze di polizia del paese.

 
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