Israele, crisi drammatica: 300 economisti chiedono al governo di tagliare la spesa


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Un gruppo di circa 300 economisti senior ha lanciato un appello in una lettera al primo ministro Benjamin Netanyahu e al ministro delle Finanze Smotrich affinché rimuovano immediatamente tutte le voci di spesa non essenziali dal bilancio statale, per far fronte all’incombente crisi economica durante la guerra.

“Non capite la portata della crisi economica che sta affrontando l’economia israeliana”, avvertono nella lettera. “Il proseguimento dell’attuale condotta danneggia l’economia israeliana, mina la fiducia dei cittadini nel sistema pubblico e mina la capacità dello Stato di Israele di riprendersi dalla situazione in cui si è trovato”.

Tra i firmatari della lettera figurano il prof. Jacob Frenkel, ex governatore della Banca d’Israele; Rony Hezkiyahu, ex supervisore delle banche della Banca d’Israele e contabile generale; Yair Avidan, ex supervisore delle banche; Haim Shani, ex direttore generale del Ministero delle Finanze; Prof. Eugene Kandel, ex presidente del Consiglio economico nazionale; l’ex vice governatore della Banca d’Israele Prof. Eitan Sheshinski; e il Prof. Leo Leiderman dell’Università di Tel Aviv.

Nella lettera chiedono un cambiamento fondamentale nell’ordine delle priorità nazionali e una massiccia deviazione dei finanziamenti verso la gestione dei danni della guerra, l’aiuto alle vittime e il ripristino dell’economia – costi stimati in decine di miliardi di dollari. shekel.

“Allo stesso tempo, – sollecitano nella lettera – il bilancio per l’anno 2024 deve essere aperto e aggiornato sulla base di una serie di priorità che riflettano le esigenze dell’intera economia alla luce della guerra”.

 

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