Lo scrittore Pamuk: la gente ha paura, temo la guerrra civile in Turchia


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«Tutta la gente in Turchia non vuole nient’altro che la pace. Solo pochi mesi fa tutto questo sembrava acquisito, ma la guerra scoppiata contro i curdi ha causato un ritorno alla paura, che è il sentimento che governa oggi la Turchia». Così lo scrittore Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura, che afferma di temere un ritorno alla guerra civile. «Fino a solo tre mesi fa questo paese ha vissuto un periodo di relativa pace.

Il Presidente Tayyip Erdogan era riuscito a intavolare un negoziato con il Pkk dopo i lunghi decenni di guerra fra esercito e guerriglieri», racconta Pamuk. «In un primo momento questo tentativo è andato bene», poi è arrivata «la sconfitta di Erdogan nelle elezioni di giugno. Non era riuscito a convincere i curdi, i quali non si sono fidati di dargli i voti per arrivare al suo progetto di Repubblica presidenziale».

«La sconfitta elettorale ha fatto arrabbiare Erdogan. Lui puntava a rifare un esecutivo monocolore, non voleva una coalizione di governo. Così è stato deciso di tornare nuovamente a votare il 1 novembre prossimo. Però non soddisfatti di come vanno le cose, governo ed esercito hanno stabilito di ricominciare la guerra contro il movimento curdo», spiega Pamuk. «Erdogan adesso non otterrà nè la simpatia nè l’appoggio dei curdi. Sono preoccupato per il modo crescentemente autoritario in cui il presidente governa il paese. Adesso le posizioni si sono purtroppo polarizzate. Lui non vuole condividere il potere. Anzi, vuole controllare l’intera Turchia».

KENANOGLU(HDP),ERDOGAN GIOCA SU FILO GUERRA CIVILE  – «Erdogan gioca sul filo della guerra civile. Pur di mantenere il potere è disposto a veder correre il sangue. La minaccia cresce dal giugno scorso: le bombe al nostro comizio a Dyarbakir, le squadracce nazionaliste contro le nostre sedi, la strage di pacifisti a Soruc, la carneficina di sabato sulla piazza della stazione. Tutto collegato. Da voi si chiamava strategia delle tensione». Così Ali Kenanoglu, esponente del Partito democratico del popolo (Hdp), in un’intervista al Corriere della Sera. Erdogan ha favorito la strage di Ankara «perchè ha bisogno di un nemico. Ha bisogno di polarizzare la società per ergersi a difensore dell’ordine», afferma Kenanoglu, secondo cui «il futuro dipende dalla dirigenza Hdp. Se Erdogan voleva convincerci a lasciare la corsa elettorale, ha mancato l’obiettivo. Se voleva spaventare la società civile, secondo me ha sbagliato ancora di più perchè tutti hanno capito di chi è la responsabilità dei morti». Per Kekanoglu la tregua unilaterale proclamata dai terroristi curdi del Pkk «non basterà a fermare questo disegno. Chi ha rotto la tregua non è stato il Pkk, ma è il governo ad aver chiuso i negoziati. Erdogan ha persino giocato con lo Stato Islamico pur di sbarazzarsi dei curdi. E questi sono i risultati».

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