
(Federica Cannas) – Ci sono movimenti politici che nascono per cambiare il mondo e che, nel farlo, riescono a cambiare anche il modo in cui la politica viene vissuta. Il Movimento di Partecipazione Popolare (MPP) non è solo una forza di governo, ma un modo di pensare l’Uruguay e il suo popolo. Nato dalle cicatrici di una lotta armata e cresciuto nel fertile terreno della democrazia, il MPP è oggi uno dei pilastri del Frente Amplio, ed è impossibile raccontarlo senza evocare la figura che ne è il simbolo vivente: José “Pepe” Mujica.
Per capire cosa sia il MPP bisogna tornare indietro, a un Uruguay attraversato dalla dittatura (1973-1985), al tempo dei Tupamaros, il movimento guerrigliero che si opponeva al regime con le armi e con i sogni. Quando la dittatura cadde, molti di quei giovani, segnati dalla prigionia, dalle torture, ma non piegati, scelsero la strada della democrazia.
Fu così che nel 1989 nacque il MPP. Non più lotta armata, ma partecipazione popolare. Non più clandestinità, ma urne, assemblee, difesa dei diritti. E proprio quel passato, invece di essere rinnegato, divenne la forza morale di un movimento che si pose fin da subito come voce degli ultimi, dei dimenticati, di chi aveva bisogno non di promesse, ma di cambiamenti concreti.
È impossibile pensare al MPP senza sentire l’eco della voce di Pepe Mujica, con il suo tono semplice, le sue parole che arrivano dritte al cuore. Mujica, presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, è stato, e resta, l’esempio vivente di una politica umana, onesta, disinteressata.
Quando divenne presidente, continuò a vivere nella sua fattoria, donando gran parte del suo stipendio e rifiutando ogni privilegio. Parlava ai potenti del mondo citando Benedetti, Galeano, la saggezza dei contadini. E dietro ogni gesto c’era il MPP, il movimento che aveva contribuito a fondare e che da lui ha preso non solo la direzione politica, ma soprattutto lo spirito.
Il MPP oggi si definisce come socialista e progressista, ma sarebbe riduttivo chiuderlo in etichette. Il cuore del movimento è la partecipazione diretta del popolo alle decisioni, la difesa di un modello sociale equo, l’attenzione all’ambiente e ai diritti umani. È un movimento che non dimentica le proprie radici, ma sa guardare avanti.
Sotto i governi del Frente Amplio, di cui il MPP è colonna portante, l’Uruguay è diventato uno dei Paesi più avanzati del Sud America. Tante le battaglie sostenute dal MPP, con la convinzione che la libertà individuale e la giustizia sociale debbano camminare insieme.
Con il ritorno del Frente Amplio al governo nel 2025 e l’elezione di Yamandú Orsi alla presidenza, il MPP ha ritrovato nuova linfa. Orsi, cresciuto politicamente nell’orbita di Mujica, rappresenta quella continuità fatta di rinnovamento. Accanto a lui, giovani ministri e deputati, come Fernanda Cardona Ministro dell’Industria e Sandra Lazo Ministro della Difesa, portano avanti lo stesso ideale. Costruire un Uruguay più giusto, più umano, più partecipato.
Il MPP non è più solo il movimento degli ex Tupamaros, è diventato la casa politica di una generazione che vuole dare senso alla parola “popolare”, non come etichetta, ma come impegno quotidiano. Nelle strade, nei quartieri, nelle campagne, il MPP lavora per una politica che ascolta, che non si chiude nei palazzi, ma si sporca le mani nella realtà.
Per Mujica “la politica non è una carriera, è un impegno temporaneo per migliorare la vita degli altri”. Questa frase potrebbe essere il manifesto del MPP. Un movimento che non ha voluto fare della politica un mestiere, ma una missione collettiva.
E mentre il mondo guarda spesso all’Uruguay come a un piccolo miracolo progressista, il MPP continua a lavorare con umiltà e determinazione. Forte della sua storia, ma ancora più della fiducia che il popolo gli ha affidato, per costruire un futuro che non lasci indietro nessuno. In modo che il sogno di Mujica possa continuare a vivere.