Reportage. Il Natale unisce cristiani e musulmani in Libano e Siria


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(Talal Khrais – Beirut) – I musulmani nel mondo non possono che condividere con i loro fratelli cristiani l’importante festività del 25 Dicembre. Anche quest’anno milioni di musulmani hanno festeggiato l’anniversario della nascita di Gesù Cristo. In Libano, nelle zone sciite controllate da Hezbollah, sono apparsi numerosi striscioni con la scritta: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e sia pace in terra fra tutti gli uomini di buona volontà”.  Il comune di Haret Hreik, nella periferia sud di Beirut, è stato particolarmente attivo nel promuovere iniziative a favore del Natale cristiano. La popolazione, cristiana e musulmana, ha apprezzato e ha celebrato questa importante festa nel segno della pace.

La Televisione di Hezbollah, al-Manar, ha trasmesso di continuo dirette di celebrazioni natalizie da tutte le chiese libanesi e anche dalla chiesa della Natività di Betlemme. La tv satellitare ha mandato in onda diverse interviste ai cristiani, per celebrare al meglio una delle più importanti festività religiose dell’umanità. Intervistato da France 24, Ali al-Hajj Youssef, caporedattore di al-Manar News, ha spiegato: “Questo gesto ha sempre fatto parte della nostra cultura, anche prima dell’esplosione dei recenti conflitti regionali. D’altronde, siamo tutti nella stessa barca di fronte all’estremismo che minaccia la nostra regione”. L’albero di Natale è apparso in moltissime case di musulmani sciiti. Cadeaux Ghamloush, una rete di negozi di regali, ha venduto a Tyro e Nabatie, zone a maggioranza sciita, oltre 25.000 alberi di Natale.

Il Natale, in Paesi dove i cristiani rappresentano una presenza consistente, come Libano, Siria, Egitto, Iraq e Palestina, si è trasformato in una straordinaria occasione per i musulmani che hanno confermato la loro fratellanza con i cristiani. In questi paesi esistono valori e principi fondamentali a difesa della libertà di culto e di preghiera. Lo stesso accade in Iran. I musulmani, a dispetto di quanto si voglia far credere in Occidente da alcune forze politiche, celebrano con  rispetto qualsiasi evento cristiano  in onore di Gesù di Nazareth, figlio di Maria.

Oggi cristiani e musulmani sono uniti più che mai nel combattere il terrorismo che vuole utilizzare l’Islam come copertura. Per il quarto anno consecutivo, i siriani hanno celebrato il Natale in un clima di guerra, sostenuti dalle altre comunità religiose. Purtroppo in molte zone dell’ Iraq e della Siria non è stato possibile manifestare pubblicamente la nascita di Gesù. Il Natale é stato festeggiato nelle chiese e nelle moschee damascene, mentre non è stato possibile farlo nelle zone sotto il controllo dei fondamentalisti, che per tanto tempo l’Occidente ha considerato rivoluzionari democratici.

In molte zone della Siria, per motivi di sicurezza, le celebrazioni della Vigilia di Natale sono state anticipate: la tradizionale Messa di mezzanotte è stata spostata alle cinque del pomeriggio, in un orario che consentisse ai fedeli di non correre rischi. I giornalisti del Centro Italo Arabo Assadakah presenti in Siria hanno affermato che si è trattato di un Natale molto partecipato.

La situazione più triste si è registrata ad Aleppo, dove i cristiani e gli armeni sono le prime vittime del fondamentalismo e del terrorismo. Il conflitto ha rafforzato la fede e la solidarietà tra cristiani e musulmani. Molte zone di Aleppo (città e periferia) sono finalmente ritornate sotto il controllo governativo. Una parte della popolazione cristiana ha deciso di ritornare nelle proprie case, altri purtroppo sono dispersi. Molti, invece, hanno trovato riparo in altri paesi. Incontrando i giornalisti, padre Georges della parrocchia della città vecchia di Aleppo ha affermato: “La vita durante questa guerra in Siria ha insegnato a noi cristiani che la fede è essenziale e, quale frutto di questa fede, vi è la fiducia in Dio”. Parole che rappresentano una speranza per i cristiani e un ponte di pace con i fratelli musulmani.

 

 

 

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