Siria. Madre di James Foley: più sforzi per catturare Jihadi John che per salvare gli ostaggi


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Se verrà confermata la morte di Jihadi John sarà «una piccolissima consolazione per noi». Lo ha detto Diane Foley, la madre del giornalista americano che è stato la prima vittima del ‘boia dell’Is’ nell’agosto del 2014, che ha sempre criticato l’amministrazione americana per non aver fatto abbastanza per liberare il figlio e gli altri ostaggi occidentali poi decapitati dallo Stato Islamico.

«Questo enorme sforzo per dare la caccia a questo uomo folle pieno d’odio quando non hanno fatto neanche metà di questi sforzi per salvare gli ostaggi quando questi giovani americani quando erano ancora vivi», ha aggiunto Foley che in passato ha condannato Washington per la sua politica di non negoziare per la liberazione degli ostaggi.

Dopo l’identificazione di Jihadi John come Mohammed Emwazi lo scorso febbrauo, Foley aveva detto che è «sconvolgente come una persona giovane con molti talenti li possa usare per azioni così cattive» rivolgendo un pensiero anche alla sua famiglia. Poi aveva parlato della necessità di punire ma anche perdonare i responsabili dell’uccisione del figlio: «devono essere puniti perché la loro brutalità è orribile, ma dobbiamo anche perdonare perché ad un certo punto l’odio non può continuare».

Intanto la notizia della morte di Jihadi John è stata smentita. Secondo quanto riporta Sky News online, citando fonti accreditate dell’Isis, il terrorista di origine britannica sarebbe soltanto ferito. Inoltre, testimoni oculari a Raqqa hanno riferito a Sky di aver visto portare il jihadista in ospedale.

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