Siria: una analisi militare. Intervista a Valentin Vasilescu


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(Costantino Ceoldo – Pravda freelance) – Grazie al loro intervento militare in Siria, i Russi sono riusciti a proiettare la propria forza in un modo inatteso e completamente nuovo rispetto al passato. Gli Stati Uniti hanno perso il primato negli attacchi da lunga distanza perché i missili russi Kalibr hanno dimostrato che anche la Russia di Putin può colpire con precisione obiettivi posti a migliaia di chilometri di distanza.  Ora che l’intervento russo in Siria è, parzialmente, terminato, è interessante sentire l’opinione di un esperto di questioni militari. Valentin Vasilescu di Rete Voltaire ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.

Vasilescu, potrebbe ricordare quali erano le condizioni operative in cui si trovava l’esercito arabo siriano all’inizio della guerra, cinque anni fa?

Per quattro anni di guerra, l’Esercito Arabo Siriano ha dovuto affrontare un notevole afflusso di mercenari stranieri ben attrezzati, mentre il governo della Siria era sotto embargo bellico, non essendo stato in grado di aggiornare le proprie attrezzature dal 2005. Le frontiere con la Turchia, Giordania e Israele sono diventati punti di passaggio per un numero di mercenari islamici tra i 100.000 ed i 250.000 (reclutati e formati da Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti e Turchia) che hanno aperto diversi fronti, costringendo così le unità dell’Esercito Arabo Siriano a disperdersi in piccoli gruppi per tutto il Paese.

I jihadisti avevano macchine da costruzioni che erano state importate in precedenza, come ad esempio macchine da perforazione utilizzate per la costruzione rapida di gallerie. Nei territori occupati dai ribelli islamici, i civili siriani sono stati costretti a scavare una grande rete di centinaia di chilometri di gallerie, cunicoli e bunker. Mentre l’Esercito Arabo Siriano non aveva mezzi per il loro rilevamento. Sono state organizzate delle operazioni che hanno sorpreso le truppe siriane, incapaci di reagire alla massiccia infiltrazione di terroristi e molte basi, scorte di armi e munizioni sono state catturate.

L’Esercito Arabo Siriano era preparato per una guerra classica contro i suoi vicini, ma non per una guerra asimmetrica. Non aveva né aerei da ricognizione senza pilota (droni) né immagini satellitari, a differenza dei jihadisti che hanno avuto accesso alle informazioni della NATO. Di conseguenza furono adottate posizioni inadeguate con poco o nessuno spazio fra esse, senza fuoco di copertura tra i loro elementi e senza efficaci tecniche di identificazione amico-nemico. L’Esercito Arabo Siriano si ritrovò incapace di garantire misure di lotta o di prevenzione, anche elementari, o prevedere in anticipo il metodo migliore per pianificare la guerra. Il risultato furono perdite significative per l’esercito, almeno 40.000 soldati.

Il successo della fase iniziale degli attacchi ribelli si diffuse rapidamente, soprattutto a causa della loro perfetta conoscenza delle vulnerabilità dell’Esercito Arabo Siriano. La pianificazione dei ribelli è stata gestita da istruttori militari delle Forze Speciali turche (Berretti Marroni) e dall’Arabia Saudita.

Quali sono state le caratteristiche dell’aiuto russo ai siriani fino a poco prima del loro intervento sul campo?

All’inizio della guerra, l’Esercito Arabo Siriano era equipaggiato solo con elmetti cinesi QGF-02 e l’armamento individuale consisteva di fucili AK-47 (o la loro variante cinese tipo-56). Anche l’assenza di apparecchiature per la visione notturna e binocoli con intensificazione di luce residua è stata un grave handicap. Prima del dispiegamento delle unità russe in Siria, alcune unità dei dell’Esercito erano state dotate di giubbotti antiproiettili 6B45, elmetti in kevlar 6B7, fucili automatici con mirino telescopico AK-74M o AK-104 e lanciagranate GP-30. I russi hanno attrezzato l’Esercito Arabo Siriano con i moderni sistemi di visione notturna, lanciagranate termobarici AGS-17 e lanciagranate 6G30 (calibro 40mm).

Gli istruttori russi degli Spetsnaz addestrarono ed equipaggiarono le Forze Speciali siriane con uniformi mimetiche ignifughe del tipo MultiCam, elmetti balistici FAST Ops-Core, con sistemi integrati optoelettronici, sistemi di visione notturna, cappe, giubbotti antiproiettile e stivali di qualità, fucili British Accuracy International AWM con mirino telescopico (e silenziatori), oppure AK-74M dotati di mirino telescopico e telemetri laser Alpha 7115 e lanciagranate automatici AGS-30.

All’inizio della guerra, in assenza di cecchini e punti di osservazione sugli edifici, gli attentatori suicidi sono stati in grado di scegliere i propri obiettivi e farli saltare in aria, o entrare con le auto nei posti di blocco dell’Esercito. Su iniziativa di russi e iraniani venne creata una scuola per i cecchini, con istruttori libanesi (Hezbollah), iraniani e russi. I cecchini russi sono i migliori al mondo grazie alle loro armi, mimetiche e centri di formazione. Gli iraniani hanno equipaggiato l’Esercito Arabo Siriano con un fucile austriaco di precisione, lo Steyr HS.50 ed i russi hanno fornito il moderno Orsis T-5000 (7,62 mm di calibro) e la mitragliatrice di precisione KSVK (12,7 mm di calibro).

Durante la Prima Guerra Mondiale, quando è stato inventato, lo scopo del carro armato era di forzare e abbattere le barricate nemiche e le linee di difesa, grazie alla corazza protettiva, alla sua potenza di fuoco e la grande mobilità. Oggi, unità anti-carro dotate di missili sono molto meno costose delle unità corazzate, la cui azione diventa più difficile in un ambiente saturo di tecnologia anti-carro. I carri armati siriani che vennero inviati a ristabilire l’ordine, senza approfondite ricerche nel perimetro e senza il supporto della fanteria, caddero vittime di imboscate e finirono sotto il fuoco di lanciagranate portatili e missili anticarro. Decine di migliaia di sistemi anticarro BGM-71 TOW americani, franco-tedeschi Milan-2 e lanciarazzi croati M79 Osa furono segretamente introdotti in Siria da parte dei servizi segreti di Turchia, Arabia Saudita, Francia e Stati Uniti.

I carri armati siriani non hanno piastre di protezione di tipo ERA (Explosive Reactive Armour) montate sulla parte anteriore e la torretta, sistemi che accechino quelli di guida dei missili anti-carro, né sistemi di protezione attiva del tipo a intercettore in grado di far esplodere i missili anticarro prima che raggiungano il bersaglio. A causa di questi elementi mancanti, i carri armati siriani sono stati spesso perforati con colpi singoli diretti. Dopo essere stati distrutti o danneggiati, centinaia di carri armati dell’Esercito hanno dovuto essere riadattati, saldando una placcatura protettiva e dopo di essa, montate delle placche di tipo ERA per neutralizzare l’effetto dei colpi cumulati.
All’inizio del 2016, i russi hanno consegnato una ventina di carri armati T-72B3 e T-90A con una protezione reattiva efficace contro i razzi americani TOW. Il T-90A pilotato da squadre di iraniani è stato utilizzato nella composizione delle avanguardie per far breccia nelle difese delle postazioni jihadiste.

A suo tempo, scrisse un articolo riguardo le tecniche per contrastare le tattiche di guerra aerea che fanno parte della strategia militare americana. Da dove traeva origine questa sua convinzione?

Il sistema russo ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) fu costituito da decine di UAV e ELINT (Electronic Intelligence) e aerei da ricognizione Il-20 e Tu-214R. Entrambi i velivoli hanno apparecchiature per l’intercettazione e il disturbo dei radar e di tutti i tipi di comunicazioni, comprese le reti militari e quelle civili di telefonia mobile. Gli aerei sono dotati di fotocamere digitali ad alta risoluzione oltre che di sensori opto-elettronici per la scansione multispettrale. Il radar di bordo può scoprire bersagli aerei e terrestri, a lato della traiettoria di volo, fino ad una distanza di 400 km. Esso permette di visualizzare in formato digitale la mappa del terreno, rilevando automaticamente l’apparire di veicoli in movimento, veicoli blindati, pezzi di artiglieria, o per dispiegarne in luoghi già noti (da coordinate GPS) o in un altro luogo ancora.

Il sistema russo ISR appartiene alla famiglia C4I (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer, Intelligence e Interoperabilità), che raccoglie gli obiettivi per gli attacchi aerei e li distribuisce su vari tipi di velivoli. E’ subordinato al C4I russo anche il sistema Krasukha-4, schierato in Siria, che è in grado di disturbare i satelliti spia americani della costellazione Lacrosse/Onyx in orbita bassa, dotati di SAR (Radar a sintesi di apertura). Il SAR permette di penetrare sia lo strato di nuvole che il suolo o le pareti di edifici, con una risoluzione di 20 cm. Il Krasukha-4 è in grado di accecare il radar di scoperta e guida delle batterie di missili MIM-104 Patriot, che si trovano ai confini della Turchia e i radar di tutti i jet da combattimento turchi F-16C.

Il C4I russo impedisce agli Stati Uniti e ai loro alleati di scoprire il modus operandi russo in Siria. In assenza di un minimo di informazioni, la NATO non può far scattare contromisure elettroniche efficaci (ECM) contro l’aviazione russa in Siria.
Il C4I russo coordina la bolla A2/AD (che sta per anti-accesso/area di interdizione) creata dai russi nel Mediterraneo orientale. L’A2/AD è una combinazione di sistemi come le batterie di missili terra-aria (S-400, S-300, Pantsir-S2) e missili anti-nave (Bastion) schierate per evitare a forze nemiche di entrare o attraversare una certa area, da terra, aria o mare. Le capacità molto sofisticate delle difese aeree russe non sono rivolte contro i ribelli in Siria, ma contro la forza aerea anti-Stato Islamico della coalizione guidata dagli Stati Uniti.

Potrebbe spiegare quali armi sono state dispiegate dai russi durante il loro intervento in Siria? Si sono dimostrate davvero efficaci?

Fino all’arrivo del contingente russo, gli aerei siriani non erano dotati di armi guidate di alta precisione in grado di assicurare il supporto alle truppe di terra. Venivano usati principalmente razzi da 57 mm di calibro e bombe FAB-50 e FAB-100, lanciate in picchiata da 1.500 o 3.000 metri. A quell’altezza, gli aerei siriani erano vulnerabili al fuoco dell’artiglieria islamista, di 23 mm e 30 mm di calibro ed anche ai missili terra-aria (MANPADS), il che spiega le numerose perdite subite dalla aviazione siriana.
La scienza militare ha il principio dell’ “Economia di forze e mezzi” che costringe i comandanti a conseguire l’obiettivo senza spreco inutile di risorse. Dal punto di vista della scienza militare la strategia della Russia si è dimostrata eccellente, lo scopo dei 9.000 raid aerei russi è stata la distruzione delle infrastrutture ribelli con il minimo rischio.

I moderni bombardieri leggeri russi Su-24 e Su-34 erano in grado di compiere missioni di bombardamento di precisione di giorno o di notte, ad altitudini al di fuori della portata di missili terra-aria spallabili. I sensori multispettrali a bordo di dieci satelliti spia russi e più di 50 UAV, schierati in Siria,  sono stati in grado di scoprire, quasi completamente, la rete sotterranea di tunnel dei ribelli. Per distruggere la rete di bunker sotterranei (rinforzati con calcestruzzo fino a 3 metri) e gallerie, l’aviazione russa ha utilizzato la più elaborata bombe a penetrazione KAB-1500 L (a guida laser) o KAB-1500 Kr (a guida televisiva) o la KAB-1500S G (a guida GPS).

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I principali obiettivi dell’aviazione russa sono stati i campi di addestramenti dei ribelli, i depositi di armi, munizioni, gli impianti per la produzione di esplosivi, il parco veicoli e i depositi di carburante, i centri di trasmissione. Il risultato è stata la riduzione della capacità combattiva dei ribelli fino al 70%, provocando una grave carenza di munizioni, l’incapacità di eseguire manovre, di coordinarsi e comunicare tra di loro. In questo tipo di missioni, l’aviazione russa ha utilizzato la famiglia di bombe KAB-250 S/LG, KAB-500 L/Kr, guidati da laser, GPS, telecamera o infrarossi, missili aria-terra Kh-29 L/T e Kh-25 T, a guida laser o TV/IR. I bombardieri pesanti russi a lungo raggio Tu-160 e Tu-22M3 hanno utilizzato contro i ribelli i missili da crociera KH-101, che hanno una gittata di 2.500 chilometri e precisione di 1 metro. I sottomarini della marina russa e le corvette hanno lanciato missili da crociera 3M-14T Kaliber dal Caspio e dal Mediterraneo.

 

 

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